Per antica tradizione i penitenti non possono sospendere e né interrompere la pratica prima di cinque anni in onore delle cinque piaghe di Cristo.
IL CROCIFISSO LIGNEO MIRACOLOSO
Ieri
Oggi
Scolpito da ignoto intagliatore napoletano con rifiniture e rivestimento policromo del chierico domenicano Pietro Frasa nel 1709, il crocifisso rappresenta Cristo in agonia. Sia l’espressione del volto, interpretazione perfetta della sublimazione del dolore, sia la perfezione anatomica del corpo martoriato e lacerato, interpretazione cruda della’intensità della violenza fisica subita, fanno di questa statua un’espressione artistica di alta qualità suggestiva.
Nel 1933, la domenica del 2 aprile, prima della conclusione della processione, la Statua, che venne portata lungo le vie cittadine, emanò dalla mano sinistra copiose stille di sangue.
Rappresentano in ordinata sequenza la Cattura, la Coronazione di spine, la Flagellazione, la prima Caduta e la Crocifissione o Calvario.
Dietro l’ultimo gruppo statuario segue la raffinata statua in cartapesta di scuola napoletana del Cristo deposto, trasportata in spalla dalla Congrega del Santissimo, poi procede la settecentesca statua della Madonna Addolorata portata a spalla dall’omonima congrega.
La Processione, lunga e carica di mestizia, è chiusa dalle “catene”, vestite di viola e a volto scoperto.
Prima del Concilio Vaticano II questa processione assumeva toni di elevata spettacolarità e drammaticità per le prediche che si tenevano in luoghi stabiliti. L’ultima, detta dello Strazio della Madonna, concludeva la manifestazione paraliturgica e creava una forte tensione emotiva nell’animo dei fedeli.
Ha luogo il pomeriggio della Domenica di Pasqua. La statua della Madonna (forse di Pietro Frasa, autore del Crocifisso ligneo miracoloso), in gramaglie, parte dalla chiesa di San Domenico e, nel frattempo, dalla parte opposta della città (chiesa di San Francesco) muove quella del Salvatore.
I due simulacri si dirigono verso la piazza antistante alla Basilica Cattedrale dove avviene il rito del Bacio. Esse, tra il silenzio della folla, vengono lentamente avvicinate e, poi, ritratte per tre due volte. E’ il terzo incontro quello conclusivo. Tra uno scrosciare di battimani la statua del Salvatore viene fatta inchinare per il Bacio sino ai piedi della Madonna, mentre la banda cittadina intona la marcia tratta dal Mosè di G. Rossini. Questa manifestazione popolare, unico documento in Puglia, ha strette somiglianze con i riti che si svolgono la Domenica di Pasqua in terra D’Abruzzo, dalla quale potrebbe derivare direttamente per gli intensi rapporti con la transumanza.
Testi e foto tratti dal sito "La Settimana Santa in Puglia"
FILMATO DELLA PROCESSIONE DEL BACIO